venerdì 28 gennaio 2011

Il Sushi..scopriamone di piu'!


Le prime volte che andavo al ristorante giapponese non ci capivo nulla. Nel senso che per me andare a mangiare giapponese significava mangiare Sushi. Davo a questo termine un significato generico di pesce crudo e quindi cucina giapponese. Naaaaaaah!non è così^^. Innanzitutto il Sushi è formato da pesce crudo ma con diverse varianti e accompagnato da riso, in primis, e per alcuni tipi anche altri ingredienti, come l’uovo, il sesamo e l’alga nori. E non è tutto crudo, ma soprattutto non è un termine generico: Il ripieno può essere crudo, cotto o marinato e può essere servito disperso in una ciotola di riso, arrotolato in una striscia di alga o disposto in rotoli di riso o inserito in una piccola tasca di tofu. In più il riso che si usa per il sushi segue un procedimento particolare che conferisce un sapore dolciastro. Si sposa benissimo con il pesce ed è cotto seguendo una precisa tecnica e successivamente bagnato con aceto di riso nel quale vengono disciolti zucchero e sale leggermente scaldato, alga kombu e sake. Viene raffreddato alla temperatura del corpo prima di essere usato.
Per me il sushi era il sushi...che vuol di diversi tipi? Boh! o.O E invece poi ho imparato a capirne il meccanismo.. E’ molto semplice al ristorante giapponese, perchè la maggior parte delle volte ci sono le figure, ma va a capire che c’è dentro! Ecco, il Sushi (che non è il Sashimi ricordiamolo) è diviso per tipi, (troverete dei nomi che finiscono per ZUSHI, è un termine che sta appunto per sushi. E’ il nome completo ma a volte troveremo solo la desinenza iniziale, tipo “Makizushi” = “Maki”) eccoli qui:

Makizushi (sushi arrotolato). 巻き寿司. Una polpettina cilindrica formata con l'aiuto di un tappeto di bambù detto makisu. Il Makizushi è il tipo di sushi più familiare qui in occidente, generalmente li chiamiamo “i Maki”. E’avvolto nel nori, un foglio di alga seccato che racchiude il riso ed il ripieno.

Futomaki (rotoli larghi). 太巻き. Una polpetta cilindrica con il nori all'esterno. Normalmente è spessa due o tre centimetri e larga quattro o cinque centimetri. È spesso fatta con due o tre ripieni scelti in modo da completarsi a vicenda in gusto e colore.

Hosomaki (rotoli sottili). 細巻き. E’ come il maki normale ma più piccolino. Generalmente ha un solo tipo di ripieno, per il semplice motivo che non ce ne può stare di più.

Temaki (rotoli mano). 手巻き. Una polpetta a forma di conoformato dal nori all’esterno e gli ingredienti che sporgono dall'estremità larga. Tradizionalmente lungo dieci centimetri, va mangiato tenendolo con le dita, perché sarebbe troppo difficile da sollevare con i bastoncini.

Uramaki (rotoli interno-esterno). 裏巻き. Una polpetta cilindrica di dimensioni medie con due o più ripieni. L'Uramaki differisce da altri maki perché il riso è all'esterno ed il nori all'interno. Il ripieno è al centro circondato da un foglio di nori, quindi uno strato di riso ed una guarnizione esterna di un altro ingrediente, come uova di pesce o semi di sesamo tostati.

Oshizushi (sushi pressato). 押し寿司. Un blocco formato usando una forma di legno detta oshibako. Il cuoco allinea il fondo dell'oshibako con la guarnizione, lo copre con riso sushi e preme il coperchio della forma per creare un blocco compatto e rettangolare. Il blocco viene rimosso dalla forma e tagliato in pezzi delle dimensioni di un boccone.

Nigirizushi (sushi modellato a mano). 握り寿司. Piccola polpettina simile al sushi pressato o arrotolato, ma fatta usando un makisu o oshibako. Il nigirizushi è sorprendentemente difficile da preparare bene. Nella sua forma più semplice è un blocchetto di riso sushi con una punta di wasabi ed una fettina sottile di guarnizione avvolta sopra, possibilmente legata con una striscia sottile di nori. (è il mio preferito^^)

Gunkanzushi (sushi nave da battaglia). 軍艦寿司. Una polpettina di forma ovale, simile per forma all''hosomaki. Un pugnetto di riso viene avvolto a mano in una striscia di nori, ma invece di avere un ripieno al suo interno, ha degli ingredienti, come uova di pesce, impilati sopra.

Inari / Inarizushi (sushi ripieno). 稲荷寿司. Una piccola tasca o cavità riempita con riso sushi e altri ingredienti. La tasca viene ricavata da un pezzo di tofu fritto,da una sottile frittata o da delle foglie di cavolo.

Chirashizushi (Sushi sparpagliato). 江戸前散らし寿司. Gli ingredienti crudi sono miscelati con arte sopra al riso in una ciotola.

Gomokuzushi (sushi nello stile del Kansai). 五目寿司. Ingredienti cotti o crudi miscelati insieme al riso nella ciotola.

Funazushi (鮒寿司) comporta la fermentazione lattica anaerobica di un pesce d'acqua dolce, funa (鮒, carassius carassius). È famoso come piatto regionale della Prefettura di Shiga ed è considerato una "chinmi", una prelibatezza della cucina giapponese

Vi chiederete...vabbè ma che pesci mi sto mangiando?? I pesci comunemente usati sono tonno, salmone, snapper, sarde e sugarello. L'ingrediente considerato di miglior qualità è detto toro (in Giappone spesso chiamato anche o-toro), un taglio grasso e marmorizzato della parte più grassa del tonno, la ventresca. Vi dico subito che il termine SAKE sta per salmone, e TUNA per tonno. Altri ingredienti marini sono polpo, piovra, gamberetti, anguilla, uova di pesce, riccio di mare, e vari tipi di conchiglie.
Sia per motivi sanitari, che per ragioni estetiche, il pesce mangiato crudo deve essere di qualità e freschezza maggiore di quello cotto. Non può però essere mangiato direttamente appena pescato poiché, per legge, deve essere congelato per almeno 24 ore a meno 20 gradi.
Il pesce d'acqua dolce, che con maggior probabilità ospita parassiti, viene invece sempre cotto.

Cultura del Cibo: Il BENTO

Visto che devo stare a casa per qualche giorno, voglio mostrarvi oggi le diverse forme della cultura del cibo in Giappone. Oggi è la volta del Bento, il cestino da pranzo che spesso vediamo tra le pagine dei manga o negli anime. Io amo questi contenitori, e vorrei farvi una panoramica dettagliata per capire di cosa si tratta ^^
Qualche notizia sul Bento
Il cestino da pranzo (Il bento appunto) è un pranzo preconfezionato, solitamente consumato nell’ora di pranzo, da adulti o bambini. Li portano a scuola, a lavoro, nei pic-nic e così via. La scatola del Bento è dotata di divisori interni che servono a separare i cibi, e viene avvolta in un pezzo di carta, di tessuto o in borse speciali insieme alle bacchette. Il bento viene sempre confezionato in modo il risultato sia esteticamente gradevole, studiando le combinazioni di colore dei cibi e la maniera di porli, coordinando bento, bastoncini, cibo, tovaglietta e tutto il resto.
Un Bento che si rispetti è quello che ha tutte le proprietà nutritive e dunque 3 parti di carboidrati, 1 di proteine e 2 di verdure. Generalmente è diviso in due: una parte di riso, e l’altra parte divisa tra verdure e proteine (diverse specialità di pesce, carne, verdure, tempura, verdure cotte o marinate, tofu ecc). L’uovo è il contorno più usato, preparato in maniera particolare (Tamagoyaki: omelette tagliata a strisce o quadratini e cucinata tradizionalmente con sale e zucchero), fritto o strapazzato, o a forma di coniglietto o di animaletto usando un apposito utensile. Altri tipi di pietanze sono pesce alla griglia, carne fritta, tortini di pesce senza dimenticare vari tipi di verdure che vengono usate molto spesso cotte piuttosto che crude. Il Bento è incluso anche di dessert, che solitamente è una frutta, tra le più comuni mandarino e mela.

I cestini del Bento
Le scatole Bento sono di vari materiali e dimensioni: possono essere di plastica usa e getta, di legno o metallo. Semplici, stampate, decorate oppure addirittura opere artistiche laccate e fatte a mano. Alcuni hanno incluso un contenitore thermos, che contiene cibi caldi (miso, riso, o thè)
Sono venduti dappertutto in Giappone: supermercati, negozi e venditori ambulanti lungo i binari nelle stazioni ferroviarie.
Come vi dicevo prima, i bento possono essere personalizzati e molto elaborati, solitamente sono così. Nello stile kyaraben ("bento dei personaggi"),ad esempio, il cibo viene decorato per apparire come anime, manga o videogiochi giapponesi più popolari. Un altro stile per i bento è l'oekakiben, o bento-ritratto.

Questo è decorato per ritrarre persone, animali, edifici, monumenti o cose come fiori e piante. Questi bento possono essere così tanto elaborati che vengono organizzate addirittura gare, ingaggiate tra realizzatori di bento per competere per la realizzazione esteticamente più gradevole.
L'estetica del bento è fondamentale e vi spiego perchè; generalmente viene dato ai bambini per portarli a scuola ed agli adulti in ufficio, ma anche ai picnic ed alle feste. Perciò devono essere comodi, carini e pratici. In possono assumere un vero e proprio significato sentimentale. Infatti spesso nei manga e negli anime le ragazze portano all'innamorato un bento preparato a mano da casa, mentre il bento consegnato al mattino dalla moglie al marito è un tenero modo di far capire che tiene a lui. Non dimentichiamo il lato pratico! ^^ Le casalinghe molto spesso preparano la cena con cibi che poi possono adattare il mattino dopo nel Bento del figlio e così via, per essere più veloci e non mettersi a cucinare di mattina presto.
Ad oggi possiamo trovare Bento di tutti i materiali: Legno, metallo e plastica. Si trovano in forma rettangolare, ovale o circolare, con la chiusura ad elastico o con le clippine laterali. Troviamo anche i Bento termici, studiati per mantenere il calore del cibo, e costano un pochino di più. Molti bento sono decorati con immagini di famosi personaggi come Kitty-chan (Hello Kitty), Disney o molto ancora. E’ carino comprare bacchette e posate in coppia, e borsette che siano in tinta con i propri cestini da bento.

La Storia
I primi Bento in Giappone si registrano intorno al V secolo quando fu inventato il riso chiamato hoshi-hii (糒 o 干し飯, pasto essiccato), che può essere mangiato così oppure bollito in acqua e poi trasportato in piccole sacche. Tradizionalmente, le persone che lavoravano all’aperto, sia nei campi tra le montagne che sulle navi da pesca o in città, portavano con loro il pranzo dal momento che non avevano tempo per poter tornare a casa per i pasti.

Nel periodo Azuchi-Momoyama (1568-1600) si cominciarono a realizzare scatole di legno laccato e il bento veniva mangiato durante un hanami o un tè.

Nel periodo Edo (1603-1868) la cultura del bento si diffuse raffinandosi. Le persone si portavano dietro un semplice koshibentō (腰弁当, bento a cintura), che consisteva in molto onigiri avvolti con foglie di bambù o in scatole di bambù intrecciato. Uno degli stili di bento più popolari è chiamato makuno-uchi bento ("bento tra gli atti"), la parola makunouchi, infatti, ha assunto tale attributo proprio in riferimento al fatto che gli spettatori che andavano a teatro, erano soliti mangiarlo durante queste pause.
Nel periodo Meiji (1868-1912), mentre era in fase di realizzazione il sistema ferroviario giapponese, fece la sua comparsa l’ekiben (o “bento delle stazioni”, cestini venduti alle stazioni del treno). Il primo ekiben (fatto con palle di riso con prugne essiccate al loro interno, per mantenerne l’integrità) si dice sia stato venduto nel 1885 alla stazione Utsunomiya nella Prefettura Tochigi. Gli ekiben sono tutt’ora venduti in grandi quantità nelle odierne stazioni ferroviarie.
Siccome molte scuole non provvedevano al pranzo, studenti ed insegnanti portavano il bento da casa, così come facevano molti lavoratori. In questo periodo si cominciò a vendere un bento stile europeo, con panini.

Nel periodo Taishō (1912-1926) divennero un lusso le scatole bento di alluminio, in quanto erano facilissime da usare e per il loro aspetto simile all'argento. Furono presi inoltre provvedimenti per abolire il bento nelle scuole, che divenne un problema sociale. Le differenze sociali erano molto diffuse in questo periodo, per via delle carestie di cereali nella regione Tohoku dovute al boom della I guerra mondiale. Spesso il bento metteva in difficlotà il bambino, riflettendo la ricchezza di uno piuttosto che dell’altro e molti discutevano sull’influenza negativa che aveva tra gli studenti sia fisicamente, per mancanza di una dieta adeguata, e psicologicamente, per un bento fatto goffamente rispetto al compagno con un bento perfetto. Non tutti se lo potevano permettere. Dopo la seconda guerra mondiale la moda di portare il bento a scuola fu eliminata gradualmente e fu rimpiazzata da cibo fornito dalle scuole stesse a studenti ed insegnanti.
Il bento tornò popolare negli anni 80’, con l'aiuto dei forni a microonde e la diffusione dei convenience stores (una specie dei nostri discount). Inoltre il prezzo elevato dei Bento in legno e metallo hanno causato l'inizio dell'utilizzo di scatole bento in plastica, anche se i bento fatti in casa stanno tornando in auge, divenendo nuovamente comuni nelle scuole giapponesi. I bento fatti in casa sono avvolti in stoffa, che funge sia da borsa che da sottopiatto.
Anche gli aeroporti offrono una versione analoga all'ekiben: bento riempiti con ricette di cucina locale, che possono essere mangiate mentre si aspetta l'aereo o durante il volo.

Accessori
Il Bento non è composto solo di scatolina (box), solitamente è composto da più accessori. Per esempio:

Hashi , che sono le bacchette giapponesi, chiamate anche choopstick. Solitamente sono in coordinato con il bento nella loro apposita scatolina. Possiamo trovarle di legno e di plastica e di varie lunghezze.
Bento Belt, è l’elastico che serve a tenere il bento a più piani, altrimenti si rovescerebbe tutto.
Side Dishe è la scatola per dolci, ed è una scatola più piccina dove solitamente vengono messi biscotti o piccoli dessert.
Fork e Spoon, forchettina e cucchiaio che potete trovare in un’unica scatolina o insieme alle bacchette. Sono genericamente più piccine rispetto a quelle occidentali, per capirci sono piccole posate come quelle che usiamo noi per i bebè
Kinchaku, è la borsettina di stoffa, normale o termica per contenere il Bento box.
Furoshiki, E’ il panno in stoffa che serve ad impacchettare il Bento; lo si usa anche come tovaglietta
Oshibori, E’ un piccolo asciugamano per pulirsi le mani. E’ di dimensioni quadrate e se ne trovano di tutti i tipi.

Vi chiederete come fanno a decorare il Bento. Ebbene si, me lo sono chiesto un sacco di volte prima di addentrarmi in questa cultura...vedevo polpette di riso a forma di pulcino, wurstel a forma di polipo o uova a forma di coniglio...ma come fanno? Diciamo che come popolo, già di per sè, hanno una capacità spiccata per queste cose, ma si aiutano anche con degli accessori. Potete trovare tutto in rete. Ecco di cosa si tratta:

Wiener Cutters: Ecco appunto torniamo agli animaletti di Wurstel. Sono degli utensili che servono per dare forma al wurstel, come ad esempio il polipetto, o il tulipano. Si inserisce nell’attrezzo che provvede a segnare con delle piccole lamelle, nelle forme desiderate. Una volta cotto il wurstel si gonfierà e apparirà la forma desiderata.
Eggs Mold: Sono le formine per le uova sode. Si lessa l’uovo, lo si sguscia ancora caldo, si inserisce in questi stampi che vanno chiusi, e poi si mettono nell’acqua fredda per circa due ore. Avrete delle uova a forma di coniglio, di orso, di pesce ecc ^^
Rice mold: Stampini per le polpette di riso, i famosi Onighiri. Li possiamo trovare triangolari, o a cuore, a fiore, o con forme Kawaii (carine) come hello Kitty e varie.
Cutters: I cutters sono usati tantissimo! Sono i classici stampini bucati, quelli che noi usiamo per fare i biscotti. Loro li usano per tutto...per tagliare formaggi, omelette, verdure, frutta e tanto altro. Si trovano in tutte le forme e sono di plastica o di metallo
Cutters per faccine: Sono degli attrezzi, che farà ridere ma sembrano il classico attrezzo per fare i buchi al foglio, avete presente? Una cosa molto simile. Servono generalmente per tagliare l’alga nori in varie forme. Occhietti, bocca, sopracciglia ecc..i pezzini di alga a forma di faccina vengono poi adagiati sul cibo (onighiri ecc) per dare un espressione più vivace.
Food cups: Sono i classici pirottini, però di plastica o di silicone (ci sono anche di carta ma si bagnano, vengono usati soprattutto per i biscotti secchi). Servono a mettere dentro le pietanze divise nel bento box per non far mescolare i sapori.
Dividers: Sono striscioline di plastica che servono a dividere il riso dalle verdure, o le verdure dalla carne e così via. I più classici sono quelli che riproducono un praticello di erba, ma se ne possono trovare di tutti i tipi.
Food Picks: sono stuzzicadenti di plastica che servono ad abbellire le pietanze. In cima di solito riportano la testa di un animaletto o un pupazzino Kawaii.
Sauce container: Sono porta salse. Si trovano in bottiglina di plastica di diverse forme, o di forma quadrata (con palettina per le salse più dense).
Sandwich maker: Stampi per tagliare il nostro sandwich nelle forme che più ci piacciono.
domenica 16 gennaio 2011

Lo Shopping - meglio della Nutella.

Mi sveglio questa mattina, di domenica, e sento ronzare nella mia camera. Mi addormento ieri "sera" alle 2.00 am circa e potete immaginare la mia faccia alle 9,30 di mattina quando vedo già tutti in piedi, e sento il famoso rumore strano. Mi alzo e mi fa male tutto...e mi ricordo che domani è lunedì e si torna a lavoro. Ebbene si, non l'ho presa bene sta cosa del lavoro nuovo: Odio la domenica! mi ricorda che il giorno dopo ricomincia la settimana, e non solo. Mi ricorda anche che il ronzio è dovuto al fatto di aver lasciato il computer acceso tutta la notte per un caricamento video su youtube. Queste cose mi stressano. Mi avvicino al monitor luccicante con gli occhi ancora chiusi e noto che dopo 10 ore di caricamento appare la piccola scritta grigia: 130 minuti rimanenti..ANCORA???? oh mamma mia. Il video non si è caricato, domani è lunedì, mi sono svegliata presto, e devo uscire con mio padre. Di domenica mattina, nel centro commerciale, in periodo di saldo. L'ho già detto che odio la domenica?? mi siedo al pc, dopo aver visto che youtube è davvero un portale di lumache, e apro Facebook. Il famigerato social network che tutti bramano...stiamo sempre li davanti attaccati come matti per controllare cosa fanno le persone, me compresa. Scorro la Home e cosa ti trovo? un link, un bellissimo e coloratissimo link che riporta la scritta:
- “Quando ti alzi al mattino, pensa quale prezioso privilegio e’ essere vivi: respirare, pensare, provare gioia e amare.” -
ODIO LA DOMENICA, E ODIO FACEBOOK.
Meno male che in questi giorni c'è stata la gioia dei miei nuovi acquisti...Sono arrivata alla conclusione che in tempi bui e tempestosi è la miglior terapia a tutto...lo SHOPPING. Quella meravigliosa cosa per la quale si tira fuori la carta di credito e ti ritrovi in mano con taaaante cose carine che desideravi tanto:P Nè la nutella, nè altro. Il semplice gusto di spendere e spandere non ha eguali. Ed eccole qui,le mie nuove creature bellissime:
Centro commerciale in periodo di saldo, sto arrivando; Domenica non ti temo ^^
sabato 8 gennaio 2011

Totoro

Totoro è un personaggio molto famoso in Giappone. E’ un grosso ammasso di peli color grigio cenere, due occhioni tondi tondi, due orecchie a punta e una bocca grandissima, piena di denti. E’ nato con il film di animazione “Il mio vicino Totoro” (となりのトトロ”Tonari no Totoro") prodotto nel 1988 dallo Studio Ghibli, per la regia di Hayao Miyazaki, che poi ha adottato questo personaggio come logo dato il grande successo.
I diritti per l'adattamento italiano sono stati acquisiti dalla Lucky Red ben venti anni dopo. Il film è uscito in anteprima nazionale al Museo nazionale del Cinema il 17 settembre 2009, ed il giorno dopo nelle sale italiane, piazzandosi al decimo posto per incasso al botteghino, con € 91.245. Come tutti i film di Miyazaki, ogni volta che lo guardo me ne innamoro sempre di più. Adoro letteralmente questo animale ciccioso. Se vi capita nella vita ammirate questo film perchè è veramente meraviglioso!

Vi lascio la trama (fonte Wikipedia):

La storia è ambientata nell'hinterland della Tokyo degli anni cinquanta. Le sorelline Satsuki e Mei (la prima di 11 anni e la seconda di 4) si stanno trasferendo col padre da lì a Matsu no Gô, villaggio di campagna. Il trasferimento serve per andare a vivere più vicini alla loro mamma che è ricoverata in ospedale. Inizia così il loro viaggio alla scoperta di un mondo nuovo, ma soprattutto alla scoperta della natura.
Il loro primo incontro è coi "nerini del buio" o "corrifuligine" ("makkurokurosuke" in originale, nel libro definiti "susuwatari"), spiritelli della fuliggine che occupano le vecchie case abbandonate e che solo i bambini possono vedere (gli stessi spiritelli poi ripresi ne La città incantata).
In seguito Mei, esplorando la sua nuova casa e seguendo delle tracce di ghiande, s'imbatte in due spiritelli, uno piccolissimo dal pelo bianco e uno più grande e azzurro: seguendoli fin dentro il grande albero di canfora che domina sulla zona, incontra Totoro, uno spirito buono dall'aspetto un po' pittoresco: un incrocio tra una talpa, un orso e un procione. È un personaggio che Mei ha già visto in un libro di fiabe, un troll, in giapponese tororu, ma la bambina avendo solo quattro anni ne storpia il nome in totoro.
All'inizio suo padre e sua sorella sono increduli, ma quando non riescono a ritrovarlo non si stupiscono: il padre spiega che è il custode della foresta, e vederlo è un privilegio che non può essere concesso sempre e a tutti.

Una sera, le due bambine vanno incontro al padre alla fermata dell'autobus, sotto la pioggia, e incontrano Totoro, che aspetta un autobus molto speciale, il Gattobus (Nekobus), un autobus peloso con muso di gatto e 12 zampe che si muove a grande velocità superando qualunque ostacolo, assecondato dagli alberi che si scostano al suo passaggio, visibile solo a pochi. Nell'attesa, Satsuki offre un ombrello a Totoro, che le regala dei semi da piantare nel giardino della casa.

Totoro infatti è uno spirito della natura, colui che porta il vento, la pioggia, la crescita, la maturazione. Una notte passa a far spuntare i germogli degli alberi, e poi volando come il vento fa fare un viaggio alle due bambine: forse però è stato solamente un sogno, ma la mattina i germogli sono spuntati veramente.

Un giorno Mei, arrabbiata perché la madre non può ancora tornare a casa e preoccupata per le sue condizioni a causa di un preoccupante telegramma inviato dall'ospedale in assenza del padre, decide di andare da lei per darle una pannocchia di granturco raccolta nel giardino della Nonnina. Ma è troppo piccola per affrontare il viaggio sino all'ospedale da sola e quindi si perde. Disperata, Satsuki si rivolge a Totoro che chiama il Gattobus, il quale la porta in un attimo dalla sorella ed infine dalla madre. Ovviamente nessuno dei genitori si accorge di nulla, agli adulti infatti è preclusa la vista di eventi così fantastici, ma alla madre pare di scorgere le due figlie che ridono felici sull'albero del parco dell'ospedale mentre sorpresa trova la pannocchia di Mei sul davanzale della finestra.


Totoro è la metafora della vita, interpretato spesso come uno spirito kami shintoista.
venerdì 7 gennaio 2011

' Una questione visiva..

Tornata ora dal lavoro mi ritrovo a pensare che se presa sotto un'altro punto di vista, una cosa, può diventare piacevole ma solo apparentemente. Per allietare la mia giornata oggi ho cercato di prepararmi un pranzo che sia quantomeno gradevole agli occhi, vista la dieta (-.-'') visto il lavoro che non và (-.-'') visto che mi toccava restarci per 9 ore di filato e non c'era nessun'altra cosa a cui potermi appigliare.
MENU' DEL GIORNO: Riso lesso e Tonno al naturale.
E che mi invento?? Ecco qui.
MORALE DELLA FAVOLA: Dopo due ore mi brontolava lo stomaco e non avevo comunque voglia di stare li dentro. Perciò mi chiedo: La vita è una questione visiva?, Se si addolcisce la pillola va meglio?, Se camuffiamo le cose che non vanno con un vestito orlato di pizzi e merletti la cosa cambia? NO. Devo ricordarmi molto spesso di adottare questo criterio in generale e non solo al riso e tonno, forse eviterei di rimanere fregata il più delle volte. :)
giovedì 6 gennaio 2011

...Tanzaku...

E' una di quelle giornate invernali in cui fa freddo anche in casa, con i termosifoni accesi e le finestre chiuse. In cui se non ti sfreghi ogni tanto la mano che usi per manovrare il mouse, rischi che ti cada. Oggi a Roma è il giorno dell'Epifania ed io mi ritrovo a pensare che vorrei appendere un Tanzaku ad un albero.
Mi sono sempre ritenuta poco patriottica diciamo così. Quando ero bambina il mio sogno era trasferirmi in America, nel U.S.A. Ed è stato il mio sogno per un sacco di anni! non che ora non lo sia, andrei a vivere da qualunque altra parte purchè cambiare aria. Diciamo che non mi sono mai sentita una persona che sta bene nel posto in cui si trova...forse sono troppo curiosa per restare sempre nello stesso posto; ricordo che pensavo di aver qualcosa di speciale...ora mi rendo semplicemente conto che avrei dovuto studiare chessò, lingue, e girare per il mondo. Ma a me piaceva disegnare, di storie fantastiche, di ragazze tristi che cercano l'amore, di bellissime fate con i capelli lunghi lunghi e di villaggi incantati. Quindi ho intrepreso un percorso artistico, studiato al liceo artistico con tanti sogni in tasca ed ora mi trovo a lavorare in un call center, a Roma per giunta, niente U.S.A. Eggià. Piano piano quando cresci i sogni si modellano, fluttuano e cambiano, ma alcuni rimangono sempre gli stessi.
Voglio appendere un Tanzaku ad un albero si. Un tanzaku è un un piccolo bigliettino scritto su carta tradizionale giapponese. Rappresenta un desideгio o una pгeghieгa, e viene appeso ai гami degli albeгi di bambù tipici della festa giapponese di Tanabata. Tanti Tanzaku su tanti alberi di Bambù. La festa di Tanabata è il 7 luglio precisamente, e io mi ritrovo a pensare ad un clima estivo fatto di sapori mistici e odori di alberi in fiore durante una fredda giornata di Gennaio, oltretutto collocata dall'altra parte del mondo. E' qui che casca l'asino, mi sembro la stessa bambina di qualche anno fa che sogna di un paese lontano. In questo caso parliamo del Giappone, un paese lontano che ultimamente mi ossessiona e mi affascina. Sono fatta così, quando qualcosa mi entra in testa diventa un delirio, una fissa, qualcosa che popola le mie giornate. E questa è una piccola introduzione ad una me stessa, che magari chissà, un giorno, questa volta per davvero, riuscirà ad appendere un Tanzaku ad un albero di Bambù :)

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Le mie foto
Martina
Ho 27 anni e Vivo a Roma. Tra le mie più grandi passioni dipingere, disegnare e illustrare. Mi piace l'illustrazione grafica, la pixel art e la fotografia. Amo i libri e un'altra mia grande passione è la cultura Giapponese e il Giappone stesso. Adoro la Disney, una passione primordiale che mi ha portata a visitare Disneyland Paris ben 6 volte. Le fate, gli gnomi e le creature fantastiche hanno popolato la mia infanzia e direi pure la mia vita, quindi AMO il piccolo popolo e tutto il genere fantasy, la magia, le streghe, la festa di Halloween e tutto ciò che ha un sapore misterioso...che dire, sono una piccola Peter Pan :)
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